Professore di Igiene e Medicina Preventiva
Durante il sonno il nostro organismo recupera le energie spese durante la giornata: i ritmi biologici rallentano e il cervello riduce la sua attività, occupandosi in particolare di rielaborare le esperienze vissute durante la veglia. Se non riusciamo a dormire bene, ci sentiamo stanchi e di malumore durante l’intera giornata. L’insonnia – ovvero l’insufficienza di sonno (dal latino insomnia, mancanza di sogni) e dei suoi effetti benefici – è un problema tuttora sottostimato, spesso gestito in modo inadeguato.
La perdita di coscienza che il sonno porta con sé era considerata nel passato come una morte temporanea: sono molti gli autori del mondo classico – tra gli altri Omero, Cicerone, Ovidio – che vedono riflessa nel sonno l’immagine della morte. Quando dormiamo l’attività metabolica si riduce del 10% e la temperatura del corpo diminuisce. In tutte le civiltà antiche ci sono divinità dedicate al sonno e ai sogni, e può essere curioso apprendere che la civiltà dei Sumeri chiamava il dio del sonno “Nanna”. Il nostro sonno è caratterizzato dall’alternanza di due diverse fasi: REM (Rapid Eye Movement, con rapido movimento oculare) e NonREM. Durante la fase REM, che in genere dura circa un quarto d’ora e inizia dopo circa 70-90 minuti di sonno, il respiro accelera, e aumentano la pressione sanguigna e la frequenza cardiaca. È il momento in cui si sogna, si ordinano e si rielaborano le conoscenze acquisite; sappiamo inoltre che lo sviluppo cerebrale è legato in particolare a questa fase. La fase Non-REM del sonno è invece caratterizzata dall’assenza del movimento oculare, e si articola in 4 stadi, caratterizzati da 4 diversi quadri elettroencefalografici. Gli stadi 1 e 2 di sonno Non-REM sono quelli meno profondi, mentre il terzo e – in crescendo – il quarto stadio sono i più profondi e riposanti.
Dalla qualità e durata del sonno dipende in misura consistente il nostro stato di salute. La durata media del sonno è di circa 7-9 ore nell’adulto. Sappiamo che circa l’1% della popolazione dorme di meno, e il 3% di più. Numerosi studi hanno tuttavia dimostrato che la predisposizione a svegliarsi presto o a dormire di meno durante la notte risiede anche nel patrimonio genetico della persona.
I due termini ‘allodole’ e ‘gufi’ sono entrati nell’uso comune per definire persone più attive la mattina presto o viceversa la sera tardi. Le allodole si alzano all’alba e vanno a dormire presto, i gufi tendono ad addormentarsi tardi e ad alzarsi tardi il mattino. Si tratta di una predisposizione naturale, difficilmente modificabile: ogni sforzo imposto dal nostro modo di vivere contemporaneo – che non si ferma mai – è destinato a fallire, e a tradursi molto spesso in problemi di salute.
Per migliorare la qualità del sonno, è importante mantenere un ambiente di sonno confortevole, seguire una routine regolare di sonno e vigilia, evitare l’assunzione di caffeina prima di dormire e ridurre lo stress.
Il sonnambulismo può essere pericoloso perché la persona coinvolta potrebbe compiere azioni inconsapevoli. È importante prendere precauzioni per evitare incidenti durante gli episodi di sonnambulismo.
Sì, i cambiamenti stagionali possono influenzare il sonno a causa delle variazioni nella luce solare e nella temperatura. Mantenere una routine di sonno costante può aiutare a mitigare questi effetti.